Archivio mensile:Aprile 2021

Chi sono e di cosa mi occupo

Mi chiamo Ambra Nardini, sono un’Artista, Arteterapeuta, Educatrice museale e Progettista di percorsi Didattici e Accessibilità. La mia passione, oltre all’Arte, è la Lingua dei Segni Italiana che studio dal 2019. Sono curiosa e appassionata, quando mi trovo davanti argomenti che i piacciono da studiare, approfondire o nuove sfide mi lancio alla velocità della luce e non mi faccio fermare da niente e da nessuno per raggiungere quello che desidero. Adoro viaggiare, venere a contatto con usi e costumi, punti di vista svariati e molteplici e trovo che questa sia un’esperienza di crescita unica e arricchente. La mia ricerca artistica è una vera e propria “pratica” quotidiana, che mi ha potato ogni giorno a migliorare e a sviluppare le mie capacità in ogni ambito della mia vita. Nel mio lavoro a contatto con pubblici estremamente vari: dai bambini, adolescenti, adulti, anziani… ho potuto sperimentare come portare avanti, quello che adesso per me è un vero e proprio metodo: Arte come “pratica relazionale”, sia estremamente efficace. Per questo nel mio Atelier artistico ognuno è protagonista ed è valorizzato nella sua unicità, nelle sue personali necessità espressive e di comunicazione, mettendole in relazione con quelle dell’altro. Quello che viviamo ogni volta è un’avventura entusiasmante.

SE VUOI AVERE INFO SUI PERCORSI ARTISTICI CONTATTAMI: [email protected] – 3337044923

 

Cose che mi piacciono? Ho un debole per le librerie e i negozi di Belle Arti: mamma mia lì davvero impazzisco e rischio di comprare tutto. L’odore dei colori è qualcosa di straordinario, ricordo ancora con grande piacere l’odore dell’astuccio alle elementari, con le matite colorate e l’odore delle pagine dei libri nuovi. I sensi, tutti i sensi, nella mia ricerca artistica sono valorizzati, per esempio l’odore e le sensazioni tattili diventano punti di partenza fondamentali per sviluppare la percezione consapevole del proprio corpo nello spazio.

 

Ho due figli e con loro mi piace condividere gli interessi, ascoltare i loro racconti che ogni giorno mi ispirano per nuovi progetti, e mi piace tanto divertirmi insieme a loro: adesso sono appassionati di Minecraft e ci siamo costruiti un mondo tutto nostro, così come facciamo con la pittura.

Il mio tratto fisico distintivo? il sorriso, mi piace sorridere anche nei momenti difficili, stare con le persone e avere tanti amici. Amo prendermi cura degli altri e ascoltare. Io mi rappresento con l’immagine di un cuore che parla della mia sensibilità, che si apre e diventa le orecchie di una scimmietta curiosa che ascolta, ascolta, ascolta…

La mia formazione (non si conclude mai!)…

Sono diplomata in Arredamento e tecniche ceramiche all’Istituto Statale d’Arte di Sesto Fiorentino, ho frequentato l’Accademia di Belle Arti di Firenze e sono laureata in Storia e Tutela dei Beni Artistici presso l’Università di Firenze. Sono Arteterapeuta qualificata presso C.R.E.T.E. di Firenze, Centro Ricerche Europeo Terapia Espressiva e socia Apiart, Associazione Professionale Italiana Arteterapeuti, tessera n.552. Dal 2018 , come Arteterapeuta progetto e conduco, insieme alla mia collega Claudia Masolini, il Laboratorio di Attività Espressive della Fondazione per le Arti Contemporanee Luigi Pecci, in collaborazione con i Servizi di Salute Mentale dell’ASL di Prato.

Dal 2013 sono fondatrice e Vicepresidente della Cooperativa Keras, Diffusione Didattica Servizi che si occupa principalmente di didattica e inclusione nel Musei e nelle scuole del territorio Toscano. Progetto e lavoro da anni con persone con disabilità, disturbi dell’apprendimento e dello spettro autistico, persone con Demenza e Alzheimer e loro carer. Dal 2017 sono Arteterapeuta presso il Caffè Alzheimer di LibriLIberi di Firenze. Mediatrice culturale presso musei e istituzioni culturali del territorio toscano, lavoro all’interno della rete di Prato Musei. Progetto e realizzo percorsi didattici esperenziali per ogni pubblico che viene nei musei: dalle donne in gravidanza alle famiglie con bambini 0-3 anni (vedi il mio progetto realizzato presso il Centro Pecci “Primi Mille Giorni d’Arte” https://centropecci.it/it/eventi/primi-mille-giorni-da-arte-future-mamme) per arrivare al pubblico degli adolescenti, adulti, aziende.

Sempre per i musei e per percorsi didattici progetto e realizzo supporti tattili per persone cieche e ipovedenti e sono una della fondatrici del progetto “In corso d’opera”, per persone con Alzheimer e chi se ne prende cura, in collaborazione con la Fondazione per le Arti Contemporanee Luigi Pecci, il Museo del Tessuto, il Museo di Scienze Planetarie.

Artista, insieme al padre, che ha una bottega a Firenze, amo sperimentare linguaggi e modalità di comunicazione, dalla tradizionale pittura ad olio, acquerello, fino a tecniche teatrali e performative. Pratico Mindfulness e l’antica e meditativa tecnica giapponese degli inchiostri fluttuanti, il Suminagashi.

Negli ultimi anni sono particolarmente dedicata allo sviluppo di tecniche di comunicazione alternative e di linguaggio non verbale e lavoro in particolare con la Body Art e Performance. In questo percorso unisco la pittura alla Lingua dei Segni Italiana.

Mi formo e aggiorno continuamente seguendo corsi di formazione, Teatroterapia, Danza Movimento Terapia e Psicodimanica presso Associazione Art Therapy Italiana, corsi specifici per l’accessibilità e la comunicazione alternativa. Ho un Master di secondo livello in Sviluppo dell’Intelligenza Emotiva e crescita personale presso ©Emotiva_Mente Intelligenti.

Se mi dovessi rappresentare mi rappresenterei:

Sono sensibile e affettuosa, il cuore mi batte sempre di tante emozioni intense quindi un grande cuore e se apri, dentro c’è….

una scimmietta curiosa con gli occhi pieni di colore perché ama l’arte e la bocca un po’ tremante perché nasconde un po’ di timidezza anche se non può fare a meno di giocare e stare con gli altri…

 

 

 

 

Mondi sommersi nel mio bicchiere – Parte prima

Quando immagini sei ibero, crei, quando immagini non esistono confini né barriere, trovi nuovi modi per affrontare le cose, le difficoltà della vita. Quando immagini ti metti in relazione con te stesso e col mondo e si aprono scenari infiniti davanti a te. Immagina… fatti aiutare dai bambini.

Osservare le cose che ci circondano è un esercizio molto utile per migliorare le capacità di concentrazione e di mettersi in relazione con il mondo e con gli altri. E’ un’esperienza che si può fare ovunque ci si trovi, anche costretti in casa, e aiuta ad allenare lo sguardo e a sviluppare la creatività. Puoi vedere meraviglie nelle piccole cose che, il più delle volte, nella frenetica quotidianità, ci passano inosservate. E’ solo quando rallentiamo che si rivelano odori, suoni, sensazioni, emozioni ed è solo allora che scaturiscono idee. Spesso, anche quando siamo in casa, siamo sempre di corsa: i bambini devono fare i compiti, uno piange, l’altro strilla, le faccende da fare si accumulano e non si trova un attimo. Ma è trovare quell’attimo che resetta tutto e ti fa ripartire al meglio. Distrarsi dai problemi molte volte è la soluzione anche per vederli dopo con occhi diversi. E allora, come sempre, la creatività ci viene in aiuto. Oggi giochiamo con oggetti trasparenti che abbiamo in casa: i bicchieri. Se siete come me che ne rompo in continuazione, ne avrete di molto variegati (a me non regna un servizio), con forme e anche colori diversi. Noi ne abbiamo scelti tre, uno per ogni osservatore: un calice, una tazza da cappuccino e il classico bicchiere con decorazioni circolari bombate. Un po’ d’acqua dentro e cerchiamo punti di vista diversi nello spazio: riflessi, luci, presenze che si specchiano sulle superfici.

… E poi… da buoni creativi si può forse lasciare tutto senza colori? Noi ci siamo divertiti con gli inchiostri colorati che sono bellissimi ma potete usare anche coloranti alimentari, l’importante che siano colori abbastanza liquidi e intensi per fare l’effetto fluido e leggero a contatto con l’acqua e allora il colore inizia a “volare” nello spazio” e a muoversi cambiando continuamente forma.

Usare un contagocce per immergere la lacrima di colore nell’acqua è divertente e aiuta i bambini piccoli a calibrare via via la pressione della mano per raggiungere l’effetto desiderato. Col contagocce inoltre non si rischia che il colore cada tutto insieme e questo permette di ottenere proprio l’effetto di disegnare nell’acqua.

Per immortalare il momento, divertente è fare le fotografie e farle fare ai bambini cogliendo l’attimo in cui la goccia tocca l’acqua e inizia la sua avventura. E poi… immaginate! Raccontatevi a vicenda cosa vedete, che forme o spazi vi fa venire in mente il mini mondo che si crea sotto l’acqua, Sbizzarritevi: finalmente si può dir tutto, non ci sono risposte corrette, lasciatevi andare alla narrazione, inventate storie, ascoltatevi senza fretta… Noi abbiamo trovato forme organiche, piante che crescono altissime a testa in giù, giardini sospesi… Voi? Se vi va raccontatecelo nei commenti!

Una volta che il bicchiere si riempie di colore possiamo ripetere l’esperienza con acqua pulita e nuove gocce ballerine, scegliendo anche diversi colori. Se usiamo prima una goccia di un colore e poi un’altra di un altro colore ci divertiremo a trovare i colori secondari.

Adesso che l’immaginazione ha sbloccato e liberato la nostra mente, giochiamo con il nostro corpo. Se mettiamo della musica rilassante di sottofondo l’esperienza di immersione si fa più intensa e rilassante e provare a imitare i movimenti, lenti e avvolgenti della goccia diventando col nostro corpo noi stessi quella goccia, calma anche nei momenti in cui si è più agitati. Aiuterà anche noi adulti a lasciarci andare e a ritrovare il piacere della scoperta con tutto il corpo e con tutti i sensi che è così naturale e magica nei bambini. Dilateremo le parti del nostro corpo occupando lo spazio intorno a noi come se fossimo davvero dentro l’acqua, ci allungheremo e distenderemo e tutti i movimenti che vi verranno in mente osservando il contenuto del vostro bicchiere in continua trasformazione. Osserva e immagina…

“Io sono quello che si immagina sempre una porticina dietro una siepe e il Bianconiglio ad offrirmi un sogno” – Fabrizio Caramagna